FONTE Africa ExPress Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus
“Trecentocinquantamila persone, compresi vecchi, donne e bambini, hanno dovuto abbandonare le proprie case a causa del terrorismo a Cabo Delgado. Solo dall’ultimo settimana sono arrivate a Pemba (capitale della provincia ndr) 90 barche e 3.000 persone. Una situazione che negli ultimi mesi è andata peggiorando”. Sono le parole di Armindo Ngunga segretario di Stato della provincia, in una conferenza stampa con i giornalisti.

Secondo Ngunga, i luoghi considerati “sicuri” dalle incursioni jihadiste di Ahlu Sunnah wa’Jamaà sono l’area di Mueda e quella di Pemba. La prima, 100 km a ovest di Mocimboa da Praia – l’area degli scontri tra jihadisti e militari – la seconda 300 km a sud, via mare. Pemba attualmente ospita 90 mila rifugiati. Nei giorni scorsi, sulle barche lasciano le zone di guerra sono nati almeno tre bambini, uno dei quali è arrivato morto.
“Giro questo video affinché venga condiviso e per mostrare ciò che le nostre TV non ci fanno vedere. Tutte queste persone sono profughi. Dormono sulla spiaggia perché non sanno dove andare” – racconta il volontario che ha girato il video. “Avevano una quarantina di sacchi di zucchero che sono terminati. Manca cibo, al momento stiamo servendo solo acqua calda e un pezzetto di pane”
“Chiediamo Almeno Un Pasto Al Giorno Per I Profughi”
“Stiamo chiedendo, a chi di dovere, di fargli avere almeno un pasto al giorno. Sabato sono arrivate 738 persone e da stamattina se ne sono aggiunte altre 1.800” – continua a commentare il volontario. “Tutte le barche che si vedono in fondo stanno facendo sbarcare i profughi”. Una nostra fonte ci conferma che gli sbarchi delle immagini sono avvenuti in una delle spiagge a nord di Pemba, Paquitequete. Secondo DW, tra il 16 e il 19 ottobre sono arrivate una quarantina di imbarcazioni sovraccariche di profughi indeboliti e affamati con molte donne incinte e ammalate. Ci sono state almeno tre parti durante il viaggio e uno dei bambini è nato morto.

Sottovalutata La Crisi Di Cabo Delgado
Armindo Ngunga conferma che la crisi di Cabo Delgado è stata sottovalutata. “Sembrava un’azione che alla fine poteva essere superata in breve tempo. Ecco perché, a quel tempo, chiamavamo questi ragazzi malfattori ”. Intanto sono passati tre anni e 2.000 morti mentre le Forze armate mozambicane (FADM) non riescono a fermare i jihadisti nemmeno con l’aiuto dei mercenari.
Sandro Pintus
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(con la collaborazione di Fatima Aly)